top of page

Blackout: i racconti di Penza per riportare la luce



Ottobre era essenzialmente atteso per tre motivi:


1) la mente inizia finalmente a realizzare che il caldo – insopportabile per quanto mi riguarda – dell’estate è finito e si inaugura dunque la stagione in cui: i pratici si deprimono per l’inizio della precoce discesa delle ombre, valutando il suicidio, mentre i romantici trovano ispirazione dalle foglie che cadono e le tinte arancioni dell’autunno;

2) sarà tra poco acquistabile la nuova traduzione di The Hobbit a cura di Wu ming 4, inutile che dire che per Strider aspettativa e ansia da vigilia sono già alle stelle;

3) vedrà la luce la seconda pubblicazione per Bolis – un romanzo questa volta – di Raffaele Pietro Penza.


Anzi, con un po’ di orgoglio, ci si azzarda a dire “il nostro” Raffaele Pietro Penza: 76 di classe, giurista di laurea, formatore aziendale di professione, e soprattutto grande amante di letteratura e narrativa di passione. Il suo sempiterno entusiasmo verso la letteratura, l’odore dell’inchiostro, le storie e i grandi personaggi che le popolano si è finalmente canalizzato in un libro: Book soul.


Non si parla di un commento musicale al sedicesimo album in studio degli Iron Maiden, o di uno studio esoterico di un antico libro dell’occulto, stile Necronomicon di Lovecraft, bensì, stando al senso letterale, dell’anima dei libri. Un romanzo? Un manifesto? Un appassionato diario di chi amoreggia con i libri da una vita? Non lo so, forse un po’ di tutto ciò. Già in molti ne hanno scritto[1] e ne scriveranno; sicuramente ci sarà tempo per una recensione approfondita, ma proprio per questo non voglio perdermi l’occasione di lasciare nell’oblio l’altro libro di Penza: Blackout.


Era una lettura che anelavo di fare da molto, troppo, tempo: il classico libro sul comodino che per un motivo o per l’altro si continua a rimandare, il povero infortunato – poggiato al pronto soccorso – continuava a vedere libri in codice rosso passargli davanti per questioni professionali; tuttavia il magico momento delle “ferie estive”, dove si può affrontare letture serie e impegnative e gli arretrati, mi ha dato modo di chiudere la partita aperta da tempo con Blackout.


Penza prima di Blackout e Book Soul aveva già esordito con due romanzi Quasi quasi vorrei dirti (Gruppo Edicom, 2001) e Tre+uno (Nolica Edizioni, 2021), si tratta quindi del suo primo approccio con i racconti: genere che divide sempre molto, visto che c’è chi li adora appunto per poterli "centellinare" nel tempo a piccoli sorsi e chi non si accontenta mai delle pagine in cerca di una trama grandiosa.



Senza partigianeria – anche perché il discrimine dovrebbe essere semplicemente se il racconto o il romanzo è scritto bene – mi sono approcciato ai 14 racconti (numero fortunato per le saghe nordiche) e, allineato alle mode del momento, vi propongo una tier list del tutto personale e sofferta, come è ogni lavoro di riflessione e sistematizzazione secondo il grande filosofo Hegel.


Spero, senza dare alcuna anticipazione di trama, di rendere l’idea dell’originalità dei racconti, che – come d'abitudine per la penna di Penza – sono ben scritti e animati da tutto l’imaginarium inconscio del modo di pensare, e forse di essere, dell’affezionato e robusto lettore.


Un’ estate al mare (1985)

Si parte subito fortissimo con il primo racconto: un bambino desidera da un intero anno scolastico le vacanze estive al mare, eppure quest’anno andrà in montagna, almeno nel mondo reale, chissà se con l’immaginazione sia possibile andare anche al mare… Ad ogni modo, non mancheranno amicizie e avventure che solo la spensieratezza e l’ispirazione dei bambini possono creare in poco tempo.

Sarà che sono affezionato alle atmosfere e i valori dell’infanzia alla Stephen King, ma questo racconto è decisamente un passionale ritorno all’infanzia, alle logiche e alle storie che ogni bambino, a suo modo, si racconta.


Io, Roberto Carlos me lo ricordo (1995)

Cosa lega la prima relazione d’amore con l’Assoluta Relazione d’Amore (il calcio per noi italiani)? Roberto Carlos!

Con originalità l’autore ci racconta la prima esperienza amorosa del protagonista del racconto, attraverso la sua passione viscerale per la squadra del cuore: l’Inter.


Blackout (2008)

A volte sembra che il mondo vada a rotoli, che lobotomizzati dietro a uno schermo blu assistiamo, annichiliti, allo stesso teatro di apparenze, menzogne e ipocrisie: politica, società, mass media, ogni cosa è un’illusione di libertà.

Eppure una rivoluzione è sempre possibile, un ribaltamento dello status quo, ecco! Un colpo di stato! Sì, ma come farlo? E chi può farlo? A volte sono persone ordinarie a fare cose straordinarie…


Figaro (2005)

Come ci suggerisce l’autore, mettetevi Le nozze di Figaro di Mozart in cuffia e iniziate questa piacevole lettura.

Un ragazzo con un bisogno semplice e routinario: il taglio dei capelli, il top dei top dei parrucchieri, nel top dei top dei saloni di bellezza, tuttavia la scarsità: un solo biglietto per un solo taglio. Riuscirà ad accaparrarselo? E se lo potrà permettere?

Un divertente racconto che potremmo inserire in un corso di sociologia o di marketing!


Fort Ridgely (2019)

Cosa lega il piccolo Lorenzo al nativo americano Piccolo Corvo e alla sua battaglia contro i soldati di Fort Ridgely?

Una storia toccante, che mostra un mondo complesso, visto attraverso gli occhi, semplici, di un bambino.


Il parafango (2020)

Un maledetto parafango rotto rovina l’equilibrio estetico della propria macchina e del proprio mondo, il protagonista proprio non ci sta: quel parafango va riparato, e al più presto… Eppure, il mondo ha deciso di burlarsi di lui: nessuno – ad eccezione dei Led Zeppelin - vede questa necessità di riparazione.


L’appuntamento (2022)

L’appuntamento tra Fabrizio e Alba è un microcosmo di sentimenti: desiderio, sogni, ripensamenti, oblii… in un certo senso un interesse (o un amore?) sopito da tempo. Tra non detti, illusioni e speranze proviamo e rinviviamo le emozioni di un primo appuntamento, ma sempre facendo i conti con la dura realtà...


Uff. Uff. Uff. (2002)

Uff…a uff…a uff…a altra pubblicità, uff…a uff…a uff.…a altra pubblicità, quanta pubblicità vediamo? Quanti sgraditi volantini ci lasciano sulla macchina? Pizzerie, Fast Food, vendo e compro oro, vendo e compro auto, vendo e compro sentimenti.

Tutto comprabile, tutto vendibile, ma soprattutto tutto pubblicizzabile. No, basta! è uno scempio! Qualcuno deve pur protestare…



Agosto (2004)

Due adolescenti in un torrido agosto di città sono pronti a spassarsela: “la casa libera”, il contatto con delle ragazze, birra a volontà, nulla può turbare questa spassosa serata…forse…


Al concerto (s.d)

Un racconto Jazz: Penza sperimenta, deforma le parole, cambia i tempi, i caratteri e come ogni buon jazzista cura che tutto l’impazzito insieme suoni a tempo.


Red Lips (1992)

«Al Red Lips quando si lavora si sorride», del resto è un night club non un cimitero. Un quadretto alla Hopper, dove in un’atmosfera di decadenza vengono dipinte le fragilità e le solitudini umane.


Il Letterato (2030)

Un salto nel 2030 e un salto nell’onirico…


Don’t let me be misunderstood (1997)

L’acerbo e il maturo, inesperienza e esperienza, insicurezza e iniziativa, il tutto si incontra in un passaggio in macchina.


Libiamo (2000)

Non resta che dire: «libiamo».

 

Se vi siete persi, come me, l’occasione di conversare con l’autore su Blackout il 29 settembre presso il Birrificio Gambolo tra musica, libri e buona birra, venerdì 25 ottobre alle 17:30, presso la Biblioteca Valvassori Peroni – via Carlo Valvassori Peroni, 56, Milano – verrà presentato Book Soul con firma copie a seguire.


Vi aspetto!



 

Alla prossima

Strider






[1] Articoli su Booksoul




 

 

Comments


bottom of page